Vi è mai capitato di scendere dalla macchina e rimanere bloccati alla schiena? Vi è mai successo di passare un pomeriggio a fare lavori di giardinaggio e il giorno dopo passare l’intera giornata a letto? Vi è mai capitato di soffrire di dolori alla bassa schiena dopo una giornata passata a camminare per negoz… no beh, forse in quest’ultimo caso il vostro mal di schiena era inventato per convincere la moglie a tornare a casa perché quando è troppo è troppo! Scherzi a parte, molte volte i dolori che noi abbiamo derivano da difetti di movimento che causano sollecitazioni nocive sui tessuti corporei.
Voglio parlarvi del mal di schiena prendendo spunto dagli studi e dalle pubblicazioni del Dr McGill, uno dei ricercatori della colonna vertebrale più ampiamente riconosciuto in tutto il mondo.
Prima di continuare vorrei fare un breve cenno di anatomia:la colonna vertebrale ha tre sezioni:
Quando pensiamo di essere seduti dritti o di essere dritti in piedi , siamo in realtà nella posizione neutrale: una buona postura prevede la presenza delle tre curve (lordosi cervicale,cifosi toracica e lordosi lombare).
La nostra schiena è più forte e più resistente quando si trova in posizione neutrale.La colonna vertebrale è composta da singole ossa chiamate vertebre
e tra le vertebre ci sono i “ dischi “ all’ interno del quale risiede un nucleo pressurizzato che fornisce la possibilità alla schiena di piegarsi (pensate alla pressione dei pneumatici delle macchine che gli consente di mantenere il peso della vettura)
La maggior parte dei pazienti ricevono raramente dal loro medico la parte più importante della prescrizione per sbarazzarsi del dolore alla schiena – la comprensione della condizione necessaria per diventare padroni delle situazioni che possono causare loro dolore.
Molte volte ci si ferma davanti ad una prescrizione di farmaci e trattamenti senza un piano specifico che vada a risolvere la radice che sta alla base del mal di schiena del paziente.
Mi rifaccio ad un passaggio delle pubblicazioni di McGill: “Una diagnosi popolare è “disturbo degenerativo del disco”. Una diagnosi di “disturbo degenerativo del disco” è l’equivalente di dire a vostra suocera con le rughe che ella ha una “malattia degenerativa del viso”. Sono così scoraggiato quando un paziente sconvolto mi esprime le proprie paure per quanto riguarda questa malattia presumibilmente progressiva. Quando dico loro che in realtà non hanno tale malattia, le loro reazioni variano dal sollievo alla rabbia verso la persona che ha etichettato in modo errato la loro condizione.”
Sorprendentemente, molte persone possono realmente essere guidate attraverso una più approfondita autovalutazione che rivelerà loro i precisi fattori scatenanti del dolore. Sulla base dei fattori scatenanti del dolore identificati, il passo successivo diventa orientare le strategie di movimento che permettono la mobilità evitando i fattori scatenanti. Trattando i pazienti col mal di schiena come soggetti individuali,essi sono in grado di capire il motivo per cui un approccio può essere molto efficace per eliminare il dolore da un paziente, ma potrebbe far male a un altro. Utilizzando le conoscenze acquisite dalla loro valutazione essi possono:
A sinistra vedete che le anche si flettono per portare il bacino all’indietro: la curva lombare rimane in posizione neutrale, e lo sforzo avviene a carico delle anche e degli arti inferiori.Nella seconda foto invece noterete che nell’immagine a sinistra per raccogliere un oggetto in avanti, la colonna vertebrale non va in flessione nella zona lombare: ciò non provoca un carico a danno dei dischi.
Nella terza foto potete invece notare come dovrebbe essere una postura corretta da seduti:
Un detto mai così attuale diceva “ prevenire è meglio che curare “ : conosci la tua schiena, impara a muoverti correttamente, fatti seguire da un esperto del movimento, e troverai la giusta strada per risolvere una volta per tutte il tuo mal di schiena.